E' mattino, Guido si è alzato presto, non ha chiuso occhio pensando ai
marziani, sperando che una navicella da ricognizione suonasse alla porta per
portarsi via Monica. Solo qualche mese, magari su un pianeta della ventiduesima
costellazione nord/nord-ovest, dove le avrebbero insegnato ad essere fedele ad
un solo uomo: lui.
Sono le otto, il televisore è acceso, stanno trasmettendo una ricetta speciale: come preparare un'ottima polenta con gli amaretti di Saronno. Segue canzone d’Orietta Berti. Guido la guardò, inebetito, producendosi nel solito tic, un movimento della testa a scatti, un po' a destra, un po' a sinistra. "Buon giorno Monica, hai dormito bene? "Non ho dormito un casso però ho viaggiato un casino, anni luce, anni luce su anni luce…" "E dove sei andata?" "Astronave." Aveva sperato giusto? "Astronave?… ma se russavi come un orso in letargo ripieno di Valium." "Quello era il mio corpo fisico. Il corpo astrale ha fatto milioni e milioni di chilometri, nel buio dei cosmos… anni luce, migliaia d’anni luce!" "Le bollette scadute ti fanno fare incubi fetenti. Adesso calmati, vedrai che li troviamo i soldi." "Tu non capisci, gli alieni mi hanno rapita per analizzarmi, mi hanno messo sonde dappertutto, su e giù, a destra e a sinistra, qua e là…" "E ti è piaciuto… là?" "Sporcaccione, non scherzare! Quei mostri, per controllarci, ci ficcano dei microcips nella testa senza che ce n’accorgiamo… gliel’ho letto telepaticamente… perché mi guardi così? Sai cos’è la telepatia, no?!" "Prova un po’ ad indovinare cosa sto pensando…" "Rincoglionito sarai tu… Guido, oh Guido! Mi vedi più anormale di ieri?" "Mmmh… forse… a me gli occhi!… le orecchie, le mani… tienile dritte… tremi un po’. No... no… non sei più marziana del solito." "Sei sicuro, porca mucca?!" "Certo, convinto e rassegnato." "Siamo spacciati". "Puoi dirlo, con quello che costano gli psicofarmaci." "Ma che sedativi, sto benissimo… durante l’ultima guerra astrale è salita al potere la dittatura galattica di Vega, che controlla anche il sistema solare. La sua strategia è di farci diventare tutti dei robot schiavi." "Oh povera te, Monica, ti senti schiava?" "Dopo sta notte… forse…" "Beh, se proprio insisti… sprepara il tavolo, lava le scodelle, passa l’aspirapolvere e…" "Rifaccio i letti?" "Ecco, rifai i letti, che io leggo il giornale e ti faccio da assistente." Monica inizia i mestieri, obbediente come non mai. Guido pensa sia un miracolo, e decide di approfittarne. Si siede e si accende una sigaretta. "Ah, dimenticavo… devi fare anche la spesa, che io vado a lavorare." "Sì, sì, spesa, spesa, capisci?! Prima della guerra intergalattica non eravamo intrappolati in un corpo fisico qualsiasi, ma liberi in un corpo astro mentale capace di spostarsi ovunque, e di assumere l’aspetto che più gli piaceva." "Che figata, così potevo diventare tipo Michelle Untziker e farmi su da solo, ma... spiegami i dettagli tecnici…" Monica accenna di sì. Guido si alza, le prende un piatto dalle mani e lo butta a terra. Fa la stessa cosa con tazze e stoviglie. "Svegliati! Ma guardati, guardati! Ti sei vista?" Monica si guarda addosso imbarazzata: "Sì sì, mi sono vista." "No no, tu non ti sei vista: non ti vergogni? Sei è in perenne stato di blocco psichico!" "Nego." "E’ facile negare, nega pure, ma il tuo Ciccio, che ti vuole bene, ti vede! Perché lui, cioè io, sono un uomo con la testa sul collo e i piedi piantati per terra." "Non è vero. Se tu avessi i piedi piantati per terra, non potresti toglierti i pantaloni." "Ma smettila, era un modo di dire. Io credo a quello che vedo, vedo a quello che credo." "Ateo." "Hai solo delle palle! Reagisci! Attenti!!" Picchia i tacchi e fa il saluto militare. Monica lo imita come per riflesso condizionato. Batte le caviglie, facendosi un male cane: "Ahi, ahi, ahiaia, ahi, ui, ehi ehi, oh, oh che male!" "E’ una gag vecchia, Monica, non fa più ridere, vedi, io non rido, non rido. Rido, forse?" "No… non ridi, ahi..." "Adesso… riposo! La tua vita è uno schifo, ma potresti fare di meglio!" La trascina davanti allo specchio: "Guardati, guardati!" La ragazza fatica a mettere a fuoco: "Cosa?" "Lei non vede niente, non vede!" "No, proprio non riesco a vedere niente di strano." "No? Monica, tu, tu… non hai provveduto! Capisci? Non-hai-prov-ve-duto!!" "No? " "No." "No, eh?" "Noooo! Guarda che disordine c’è in casa, lunedì era il tuo turno di corvè. Oggi è giovedì: tutto come tre giorni fa!" "Potevi pensarci martedì, che toccava a te, lo sai che mi si spezzano le unghie, una dopo l’altra e mi viene la pelle d’oca secca." "Eh già bella, così mi diventi un’ameba, qui la situazione peggiora d’ora in ora!" "Porca mucca, Guido! Decade di minuto in minuto, regredisce verso il caos! Lo sai che non sopporto il disordine, scansafatiche!" "Oh, adesso t’incazzi tu?! Calma Nina! Credevo che per una volta si potessero invertire i ruoli. "Te ne stai approfittando!" "Hai ragione, scusa, sono un po’ confuso... saranno gli alieni d’Orione!" "Di Vega, Guido, di Vega. Tu scherzi e non capisci il pericolo! E’ in atto una lenta ibridazione del genere umano, ci clonano, mescolano la nostra razza pura con quella dei mostri. Adesso mi ricordo tutto! Noi rapiti ci portano altrove…" "E dove?" "Da un’altra parte, lontano…" "Ah beh, mi togli un peso, almeno so come trovarti." |
La Via del Bene Crudele