Il quadro fra Monica e Guido stava diventando un indecoroso triangolo: a lui, geometricamente parlando, proprio non andava giù di fingere comprensione e pazienza per quella situazione inverosimile! Proprio di un alieno doveva innamorarsi, non bastava quell’alienato psicotico di Uccio e le riserve dell’allegra squadra scopereccia del sabato sera? Come li rimpiangeva!
Guido non credeva ai marziani, però… Ibrid Pit Naparasta iniziava a dargli sui nervi, perché non era come gli altri, si materializzava nei momenti meno opportuni, eccitandogli Monica all’inverosimile, mentre era sulla tazza del cesso o nello sgabuzzino, tra montagne di biancheria sporca, vecchi volumi dell’enciclopedia Conoscere, scope, stracci e detersivi, e… non lo aiutava neanche a pulire i pavimenti! Cosicché si decise per una breve indagine relativa alla fedeltà di Monica ed all’esistenza di Ibrid, nel consultorio dell’investigatore e veggente di zona, che aveva fatto esperienza in America nella famosa Area 51 e canalizzava anche i messaggi degli spiriti. Quel pomeriggio, il famosissimo detective Perry Comò, con l’accento sulla o, stava deglutendo tranquillamente un long drink a base di whisky, latte e mandarinetto isolabella in un bicchiere alto ottanta centimetri. “Prego, accomodatevi ma non troppo, dato il pericolo che ci circonda”, disse perentorio Perry. Monica indossava un giubbotto con le borchie ed una minigonna nera, aderentissimi, occhiali fucsia di foggia spaziale.. Guido, per non deluderla, esibiva una tuta gialla, capelli impomatati e una valvola termoionica all’occhiello. “Dottor Comò, mi creda, io provengo da Vega, nella costellazione della Lyra, una stella bianco-azzurra distante 26 anni luce dalla Terra. I miei genitori naturali, fedeli vassalli del re, non potevano allevarmi in quanto evasi dal carcere energetico astrale di massima sicurezza del pianeta Arret, e si apprestavano a riorganizzare la resistenza intergalattica che si opponeva alla Dittatura del Tiranno Ramak Marrano Rapanasta, fratellastro del legittimo imperatore della Via Lattea. Mi abbandonarono in un bosco con le istruzioni del caso, affinché non mi scambiassero per un fungo, pregando chi mi avesse trovata, di trattarmi bene, nell’attesa del loro ritorno sulla Terra, promettendo in cambio grandi favori e un marchesato sulla terza luna di Arret. Il papà della Terra mi amava e certo non pensava alla lontana ricompensa, anche se sapeva che ero nobile e suddita del grande Kamar Tamarro Naparasta, la cui dinastia, prima del colpo di stato, aveva regnato intergalatticamente per un milione d’anni. "Signorina, si calmi”, disse Perry Comò, “ho capito, ma mi lasci dire che lei è in D.I.A.N.A!" "Lo sapevo, delirio Individuale da Aggressione Notturna Aliena, giusto?”, spiegò orgogliosamente Guido. “Esatto.” “Si sbaglia, io sono fidanzata ufficialmente con Ibrid Pitt Naparasta, nipote dell’ imperatore Kamar. Noi ci sposeremo e io diventerò la regina! La vostra regina: Akta Barna Piscu Transa Biura Naparasta! Inchinatiev!" "In D.I.A.N.A e anche megalomane e paranoica!" Concluse Perry Comò. ”La sente, è pazza, ci crede davvero!…” disse Guido urlando come un ossesso, “La guardi, è esaltata, ha gli occhi fuori dalle orbite…” “Vorrà dire che per recuperarli aspetterò il prossimo lancio da Cape Canaveral, brutto porcospino!” Porcospino era la parola magica che da sempre dava inizio ad uno scontro fisico senza esclusione di colpi, per fortuna in quel momento la porta si aprì e un altro uomo gridò: “E che c’è! Che casino, che cacchio fate, e che cacchio che sono al telefono, cacchio! Il socio di Perry Comò, con l’accento sulla o, cioè Perry Maison, come casa in francese, entrò in scena con troppi cacchi per la testa. Maison chiarì il suo ingresso: “Senti Comò, c’è uno qui che continua a chiedere se parla con il 368 68 68 68?! Cosa faccio, Perry?” “Passamelo, Perry…”, rispose Comò. “Guardi che lei sta parlando con il 369 69 69 69! Ha sbagliato, lei ha fatto il 68!” “Gli dica che per me è sempre meglio il 69”, sussurrò Monica senza arrossire. Perry Comò iniziava a spazientirsi e la considerò affatto, rispondendo all’ignoto rompiscatole: “In ogni caso non possiamo mandarle una pizza alla siciliana. Questo è lo studio d’investigazioni Perry & Perry e non facciamo consegne a domicilio…dice che le nostre pizze fanno schifo lo stesso!” “Che si rivolga a un’altra pizzeria”, disse Guido. “Giusto” gridò Monica “come si permette di offendere la vostra pizzosità!?” “Ha ragione, signorina…”, disse Perry Maison come casa in francese, “noi nella siciliana, oltre a pomodoro e mozzarella ci mettiamo mezzo chilo di fichi d’india!” Perry Comò concluse: “Già, non badiamo al risparmio. Li spiaccichiamo interi, con buccia e spine! La pizza del fachiro! Dice brutto porco! Se mi becca me lo fa lui il turbante nuovo! Cacchio, ha chiuso… cacchio, cacchio, cacchio d’un cacchio!...” “E che cacchio? Troppi cacchi, ragazzi”, sintetizzò Guido. “Il fatto è che mi fanno pena, gli sconosciuti, non sanno chi sono… cercano una identità!” Concluse Perry Comò. “Ma che identità, quelli erano alieni, è stata una telefonata di controllo”, concluse Monica. “Scusate se vi ho fatto perdere tempo”, riprese Perry Comò, ritorniamo a noi e all’apparizione nella vita della signorina di questo principe alieno ,un po’ troppo insistente, sbaglio?” “Il problema non è Ibrid Pit Naparasta, io lo amo, sono gli altri che mi danno fastidio, mi rapiscono di notte per analizzarmi! Mi hanno messo sonde dappertutto, su e giù, a destra e a sinistra, qua e là, soprattutto là…" "E le piaciuto… là?" Monica mugolo sensualmente ispirata, poi ammutolì, improvvisamente si irrigidì, gli occhi spiritati, le orecchie tese, sembrò andare in trance e iniziò recitare una nenia: “I goia, i goia, ta cà sangà na… i goia, i goia… nunc goia, Ibrid, goia, sangà, teleporno ca sà , teleporno ca sà…non sentite niente?" "Eh, hai voglia, praticamente poco, quasi niente, cioè … niente”, disse Perry Maison, come casa in francese. "Non capisci,” sentenziò Perry Comò, “saranno gli alieni d’Orione!" "Di Vega, signor Perry, di Vega. Voi scherzate, fregandovene del pericolo! E’ in atto una lenta ibridazione del genere umano, ci clonano, mescolano la razza pura con quella dei mostri. Adesso mi ricordo tutto! Noi rapiti ci portano altrove…" "E dove?" Disse Perry Maison, che fino a quel momento si era limitato ad ascoltare con attenzione. "Da un’altra parte, lontano…" "Ah beh, signorina, mi toglie un peso, almeno sapremo dove trovarla.". “Ma non ce ne sarà bisogno”, continuò Monica. "Ibrid, il mio principe, mi trarrà in salvo sulla sua goletta coupé, d’oro antico e diamanti. Trivellando l’iperspazio, in pochi decimi di secondo saremo in vista di Sigma Orionis." “Capisce, Signor Comò, quello là è un diverso, uno spaziale, ricco, capriccioso, narcisista, un tipo strano”, commentò Guido. “Allora ci crede anche lei”, esclamarono in coro i due Perry. “No, ma temo che Monica possa fare la fine di una mia compagna di scuola che si fidanzò con un maoista: dopo una settimana si dichiarò prigioniera politica.” "Questo non avverrà, posso assicurarglielo, gradite un trancio di pizza alla sicilia?" Disse Perry Maison, come casa in francese. Perry Comò lo fulminò con uno sguardo infuocato, caldo come un forno a legna. "Lascia perdere le pizze, le facciamo dopo fresche che quelle che hai preparato sta mattina fanno ribrezzo, troppi fichi d'india!" "Amici, noi useremo la loro stessa tecnologia", continuò Parry Comò, "il multivisore a raggi infra verdi olografico, che ci permetterà di individuare gli individui alieni e di interrogarli, catturandoli con un getto di radiazioni ad altra gradazione, accompagnato dalle giuste quinte musicali. Non potranno scappare dalla cintura scintillante ionizzata a chiusura ermetica." "E se non cantano, pizze a volontà!" Concluse Guido. |
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