Guido e Monica sono seduti nel vecchio salottino sgualcito davanti al televisore spento, in attesa che lei decida come trascorrere la serata, se a casa o con Uccio, il suo fidanzato ufficiale. Guido sopporta Uccio e questi sopporta che Monica abiti con Guido nella speranza di portarla via... un giorno, quando avrà finalmente un lavoro fisso.
“Guido, mi ami?” “Io per te morirei.” “Dolce, lo dici sempre ma non lo fai mai.” “Monica, ti adoro. Ahi! Perché mi hai dato uno schiaffo?” “Hai detto ti adoro con tono intimidatorio.” “No, è la verità. Io non ho paura di esprimere i miei sentimenti, ahi ahi ahi!” “Tò, anche io riesco ad esprimerli, se non a voce almeno con le mani: non l’avrei mai detto.” “E’ un sentimento che mi acchiappa un casino: sei tenera come una gastrite.” “E’ vero, ma vedrai che mi passa, ho iniziato una dieta macrobiotica.” “Ti amo, sarò il tuo germoglio di soia, il tuo germe di grano…” “Impossibile, non sei un essere spirituale. Tu sei un bruto, un carnivoro, t’interessa solo la carne cruda, la mia naturalmente, e mangi pure con le mani. Porco, maleducato, non mi toccare lì! “E’ una scusa, tu ami Uccio!” “Palle, è Uccio che ama me.” “Lascialo.” “Lo vedi che non mi ami. Sei un egoista. Uccio ne morirebbe, andrebbe con un’altra donna, e tu non vuoi che io mi senta… tradita, vero?” “Sarebbe ingiusto. Posso piangere?” “Certo caro, ma brevemente.” “Guarda il cronometro, otto secondi, se sforo urla pure come sai fare tu.” “Ma no, ma no, non piangere. Allora, mi vuoi davvero, Guido? “Sì, voglio il tuo corpo subito.” “Per avermi non basta piangere e neppure darmi uno schiaffo… ahia, ahia, ahiai, uh, iiiih! Smettila di torcermi il braccio che mi rompi il polso! Ahi!” “Questo basta?” “Bastardo maschilista, ti odio, mi sto innamorando di te!” “E adesso Monica, rispondi! Dicevi che non saresti più uscita con Uccio, perché ha l’alito cattivo.” “Sì, ma adesso usa il mio stesso dentifricio, Din Don Dent, che elimina la placca in poche ore!” “Povero cucciolo, sei masochista, è una delle marche più scadenti, graffia lo smalto.” “Me né frego, smettila di stringermi fra le tue braccia, non mi accarezzare con tanta dolcezza, porco! Ah, che mal di stomaco!” “Adorabile, sei così finta che sembri una femminista: ” “Lo sapevo, vomito! Vomito! Quando qualcuno mi ama, vomito sempre!” “Bene, liberati, liberati dai tuoi indigesti sensi di colpa.” “Aaagh! Aaagh! Che schifo, Guido, ho sporcato tutta la moquette! Se mi ami veramente, tampona questa crisi d’anoressia fulminante. Baciami, baciami ora: è solo yogurt con germi di grano.” “No grazie, ho già fatto colazione.” “Guido, se un giorno tu dovessi rinunciare alle nostre nevrosi, se un giorno tu mi lasciassi sola, ne morirei.” “Giuramelo, amore mio!” “Non ce n’è bisogno: le forti gioie possono uccidere.” “E adesso adorata perché piangi? Dovresti sentirti sollevata dopo aver rimesso.” “Le cose belle durano troppo poco. Ce l’hai con me Guido?” “Sì, ma posso rinviare il broncio a domani, verso la stessa ora.” “Grazie: allora proteggimi, coccolami, collocami, picchiami. “Giammai!” “No? Peccato, sono un po’ confusa.” “Guarda, facciamola finita. Pianta Uccio o non mi vedrai mai più! Come puoi amare quel balordo di periferia?” “Razzista, solo perché abita a Mirafiori sud, beve un casino e si fa le canne?” “Non per questo, ma perché fa l’assicuratore ed è un ultra della Juve! Vergognati, tu che sei sempre stata di fede granata!” “Bastardo! C’ho messo anni per costruirmi le mie angosce: non puoi distruggerle così! Confessalo! Sei una spia della mamma, la mamma ha infiltrati ovunque, come la CIA!” “Calmati, lascialo, torna a restare con me. Dimenticherai presto la sua Golf, l’autoradio a tutto volume con i finestrini abbassati, le gite a Spotorno e le fughe notturne al casinò, dove vi lasciano sempre col culo per terra! Ti riprenderai in fretta e potrai continuare a vivere con me.” “No, non potrei mai lasciare l’incerto per il certo.” “Basta! Dov’eri ieri sera? Ti ho aspettata davanti al parrucchiere e non sei uscita.” “Ero attaccata al telefono con Uccio: ” “Ci sarai stata un’ora.” “Macché, ci hanno costretti ad uscire dalla cabina, anche se era in una zona poco illuminata. I vigili erano un po’ scandalizzati dalle mie calze autoreggenti…” “Madonna!” “Hai detto Madonna ma hai pensato puttana! Blasfemo! Adesso vattene che aspetto una bambina.” “Casso, è di Uccio?” “No, del vicino di casa. Ha detto che mi da diecimila lire l’ora per guardargliela.” “Monica, bambinaia mia… sposiamoci.” “Con chi?” “Non scherzare, io ti amo.” “Anch’io mi amo, qualche volta.” “Vedrai, il matrimonio ci regalerà una vita nuova. Niente più depressioni. Il matrimonio è un ottimo sistema di prevenzione del suicidio: ” “No Guido, il suicidio è un ottimo sistema di prevenzione del matrimonio. Sei felice?” “Non oserei mai.” “Lo vedi che quando vuoi sai essere carino.” “Non sopporto che di sera accompagni a casa Uccio, e poi dormi da lui.” “Ci risiamo, non dormo, da lui.” “E cosa ci faceva la tua macchina posteggiata davanti al suo portone giovedì sera?” “Non ho trovato posteggio sotto casa nostra.” “Già, ma Uccio abita dall’altra parte della città.” “Appunto, lo sai che stiamo in una zona sovraffollata.” “Spiritosa. Ripeto: non sopporto che tu dorma da lui.” “Non dormo, da lui.” “Bugiarda, tu dormi nel suo letto.” “Mucca! Io non dormo, nel suo letto, dormo sul divano.” “Monica, vuoi farmi impazzire. Lui nel letto e tu sul divano, va bene. Ma subito? O prima tutti e due nel letto o sul divano e poi lui nel letto e tu sul divano?!” “Non rispondo a domande tendenziose: conosco la legge, ho diritto a telefonare al mio avvocato.” “Uccio dorme o non dorme con te? E se non dorme, con te, non sono mica fesso, c’è una virgola di troppo che cambia il senso della frase! Cosa fate di notte, prima di addormentarvi in letti separati? “Porca mucca! Va bene, diciamo che Uccio non dorme, con me, ed io non dormo, con lui, ma penso a te.” “In conclusione, non dorme nessuno dei tre, e il cornuto sono io.” “Oh, Guido, non ti deprimere, mi spiace che la tua fidanzata ti abbia tradito.” “Ma che dici? Sei tu la mia fidanzata. Hai o non hai fatto all’amore con me?” “Io non ho mai fatto l’amore con te, sei tu che l’hai fatto con me.” “Tu non lo ami più Uccio, ma lui ti perseguita con i sensi di colpa, tu non hai il coraggio di lasciarlo.” “E’ lui che non ha il coraggio di lasciarmi. Io l’ho lasciato. Ieri abbiamo litigato e gli ho spaccato una bottiglia di latte in testa, mi è spiaciuto molto perché era fresco. Dai, non essere geloso, anche noi stiamo litigando, è bello no?!” “Discreto. Se tu mi amassi potremo fare di meglio. E’ tempo perso discutere con una schizofrenica trentenne, sono proprio fresco…” “A quarantaquattro anni saresti fresco?” “Mi sento un ragazzino. Non puoi dire che a letto non me la cavo bene, sono un fuoco d’artificio!” “Sì sì, sono gli ultimi tric trac prima del botto finale.” “Cattiva, io ti amo.” “Palle, tu mi odii, dillo che mi odii!” “Ti adoro: ” “Maiale, quando chiedi un aiuto psicologico mai nessuno che te lo dia. Ah! Ho sentito stridere un topo!!” “Cosa vuoi che faccia?” “Vai ad oliarlo: ” “Ti desidero.” “Come?” “Oralmente.” “Okay, per l’orale non c’è problema, sono gli scritti che mi preoccupano.” “Smettila di scherzare e baciami.” “Lasciami! Niente baci in bocca. Sei disperato.” “Sì, se mi lasci nell’incertezza. Mi ami, almeno un po’?” “Non ricordo. Adesso, visto che è il tuo giorno di paghetta, mi metto il vestito da sera della Barbie. Ecco, ti piace? Sì? Allora, sottomettimi e frustami!” “Monica, sei pazza, se ti frusto faccio del male solo a te.” “Guido, sei pazzo, ne sei sicuro?” “Tu ne sei sicura? Candido, piccolo fiore, dolce vittima di un destino crudele, caro amore, innocente, piccola donna…” “Piantala e mordimi le natiche… le piccole donne crescono. Aspetta! Duecentomila lire anticipate, sono stanca di fare eccezioni per gli amici, e non guardarmi come un cretino, con quegli occhi da pesce lesso, Big Jim!” |
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