Guido cercava
ormai di assecondare i deliri di Monica, per tre motivi: primo, non se la
sentiva di darle tutti i torti, anche perché l'esperienza psicanalitica
non aveva dato i frutti sperati. Se la lasciava a casa, succedeva, se la
lasciava uscire, succedeva, se andava a un concerto rock succedeva, se la
portava dal dottore, succedeva. Forse avrebbe dovuto portarla al cinema o a
teatro, ma, secondo lui, gliela avrebbero scopata anche lì. Nella toilette.
Secondo motivo: temeva che la storia del principe Ibrid Pit Tamarro Naparasta
avesse un fondo di verità, magari in qualche dimensione parallela. Terzo, se
era vero, Monica prima o poi lo avrebbe lasciato da solo nel camera, cucina
e bagno di Corso Palermo, 63. Gli sarebbe crollato addosso il mondo, mentre
lei sarebbe diventata regina di un altro mondo. Meglio scegliere l'ignoto
e partire con lei, anche solo per Ivrea.
"Buona … sera…" "Buona, col cavolo. Sera, vorrei discuterne un attimo, perché dipende dal fuso orario." "Amore..." "Amore, tienitelo per te." "Sei molto ingiusta..." "No, fidanzata ufficialmente con un principe alieno..." "Ho rovinato tutto, eh?! Eppure il mio amore per te è puro… posso toccarti il culo?" "Qui, davanti a tutti? No." "E a casa?" "A casa? Tutti bene, grazie." Guido tira fuori da una borsa di plastica un pacchetto regalo, e lo porge a Monica, gongolante: "Per farmi perdonare... visto che stanno per arrivare le ferie..." "Ma Guido, non dovevi… un bikini di Krizia?! E' un po'... scollacciato però..." "Tanto ti guardano lo stesso, tanto vale che guardi anche io, almeno in piscina." "Grazie, porca mucca. Sai, una volta ho regalato un bikini alla mia migliore amica, ma la sua mamma non voleva che lo mettesse." "Perché?" "Perché… perché diceva che era più elegante il tailleur… nella bara." La ragazza inizia a ridere istericamente. Guido la imita, sforzandosi di essere allegro: "Iiih! Iiih! Iiih! Iiih!" "Stupido! La risata cavallina è mia!" Si avventa sulla bocca di Guido, come un dentista sadico e gliela storce con le dita: "Ridammi la risata, ridammela!!" "No." "Sì." "No e no." "Sì e sì! Basta, la bocca non te la stritolo... ma non ti faccio più nemico." Guido fa spallucce e si accende una sigaretta. "Aah, ci voleva… un tirino, prima che la colite mi diventi gastrite. Ti spiace se rutto?" "Abitudinario! Non c’è più tempo per questi giochi da picio, anzi da piloro. Perché ti sei allontanato dall’astronave?! Chi ti ha dato il permesso? Io non sapevo come mettere fuori bordo la navetta spaziale! Mi hai fatto perdere la coincidenza con l'astronave madre, disgraziato! Io devo tornare a casa." Guido si alza, apre lo sgabuzzino e tira fuori una vecchia aspirapolvere cromata, anni '50. "Che ne dici di questa?" "E no, è troppo scomodo fare viaggi lunghi con ‘sti scooter spaziali." "Eppure Uccio, una volta, ci ho portato da Urano a Giove ben dodici vacche." "Porche mucche! E come ha fatto?" "Ha fatto dodici giri." "Poverino, si sarà stancato… però Uccio è più furbo di te." "Perché?" "Caro mio, con tutti gli extracomunitari che circolano nel cosmo, c’è un solo modo per fare i soldi, il trasbordo dei profughi abusivi. Il miglior mestiere, credi a me, è l’autista." "L’autista di scooter?" "L’autista di gommoni spaziali!" "Di dischi volanti?" "Sicuro: io sarò una grande regina. Aprirò un commercio di slavi, negri e arabi alieni. Sarò il capitano dell'astronave e solcherò gli spazi interstellari e interrazziali!" "Esageri. Non hai neanche la patente." "L’avrò." "E come, sei hai sempre avuto paura di entrare in una scuola guida?" "Per corrispondenza." "Ma no, non puoi per corrispondenza… fai troppi errori di grammatica. Devi prendere lezioni di guida." "Porca mucca, Guido, mia guida, guidami verso delle guide!" "Ma che astronave vorresti?" "Un’Opel Tigra nuova e gialla." "Ma costa un casino, ed è una macchina da tamarri?!" "E' un mezzo mimetico, per non farsi riconoscere dai marocchini venusiani." "Senti, io non me la sento di farti sfasciare di nuovo l'A112, che non ha i doppi comandi. Se proprio ci tieni a prendere la patente, qui all’angolo c’è una scuola guida comodissima." "Ah sì?! E come s’intitola?" "Autoscuola Muzio Scevola: tenete la destra!" "Bello slogan. La ditta è di questo signor Muzio?" "Era, perché Muzio Scevola è morto." "Poverino, quando è successo?" "Da poco, saranno sì e no… duemila anni." "Mi spiace. E com’è successo? "Dissanguato: ha perso una mano." "Povero, quanto mi spiace… fai le condoglianze alla vedova da parte mia e anche ai sette re di Roma, Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, e Tarquinio il Superbo mi raccomando! Comunque, è sicuro che sono bravi e non mi fanno sentire una merda?" "Ma sì, non dovrai suicidarti davanti a tutti come Lucrezia, la donna violentata dal figlio di Tarquinio il Superbo." "E chi era?" "Tarquinio il Giovane, " "Figo, è l'istruttore?" Monica inizia a saltellare, agitata, crescendo di tono, fino a gridare: "Uau, uau, uau! Sarò una grande regina, aprirò un commercio di profughi alieni. Sarò il capitano dell'astronave e solcherò gli spazi interstellari e interrazziali! Esagerata. Non ho neanche la patente. L’avrò. Come? Per corrispondenza. No, faccio troppi errori di grammatica. Devo prendere lezioni di guida…" Guido la guarda con aria di sufficienza, poi la blocca tappandole la bocca. "Calmati, bisogna andarci piano nel guidare i dischi volanti. Monica ha un sussulto e tende l'orecchio. “Tutto okay, ragazza?" "Zitto... eccolo, senti?... mi chiama. E' come uno scampanellio lontano, una eco elettrica." "I soliti suoni per avvertirti che sei suonata..." "I paia, gaj, tù mangà ra… i goia paia paia... senti anche tu? "Eh, hai voglia..." "Sì, sì sono pronta per il lungo viaggio di ritorno, Ibrid, oh Ibrid, prendo la patente e arrivo!..." Monica s’incanta, reclina la testa, ha il viso stupito ed estasiato… "Che bello, la musica dei cosmos e meglio di quella del mare. Pronto capo?!" Scatta sull’attenti. "Guido, è il capo in persona, il mitico Tamarro Naparasta! Attenti! Riposo, riposo, bestie immonde, dice, fatevi un reggae." "E’ gentile." "Sì, siamo pronti per la missione!" "Che missione? Non siamo mica frati. E poi io non ci vengo sulla terza luna di Arret!" "Palle, tu mi accompagni, come sempre..." "Beh, finché si tratta di andare a Mirafiori da Uccio, ma fino ad Arret ci sarà almeno come andare a Reggio Calabria..." "Molto di più, ma Diventeremo Super Eroi! Comanda di salire subito sull’astronave per essere lì fra dieci secondi." "Digli a quella faccia di merda, che la multa per eccesso di velocità della luce la paga lui. Hanno preso dei costi spaziali!" "Dice che il sindacato dei Super Eroi aspetta solo noi per iniziare il congresso intergalattico. Dice che ci sono tutti, proprio tutti, tuttissimi." "E chi sono questi tutti?" "Dice... Rank Xerox, Flash, Batt Man, Brainac 5, Thor, Camaleonte e l’Uomo Ragno. Che schifo." "Chi, Camaleonte o l’Uomo Ragno?" "Tu, Guido, c’hai la bava alla bocca, asciugati…" "Poi, chi c’è ancora? Chiediglielo!" "Dice… Levisa, Electrica, Ufo Robot, Mon El, Sailor Moon, Saturnia, Super Man e Nembo Star. Che schifo, Guido, hai di nuovo la bava alla bocca!" "Non posso farci niente, mi si rizza la terza antenna quando penso a Nembo Star. Mi piaceva un casino da ragazzino negli albi del Falco!" "Brutto procione, traditore! E se vi nasce un figlio?" "Lo chiameremo Poldo. Super Poldo!" "Poldo? Ma Guido!!" "Poldo, sì, Poldo." "Come l’omino scrocca hamburger di Braccio di Ferro... ma perché?" "Primo perché sbafa a ufo, e questa fa ridere, e poi Perché Ermengardo o Giovinazzo non suona bene. Senti: ecco a voi Super Giovinazzo! " "E Poldo invece suona bene?!" "Eccome, ascolta: signore e signori… Super Poldo! Poldo, Poldo, Poldo, Poldo…" "Ma sei scemo?" "No, cretino!" "Ah, scusa, scusa, non pensavo avessi fatto un corso di specializzazione... sono rovinata. Non posso salire sull’astronave senza patente." |
La Via del Bene Crudele